Ci sveglia la mattina, ci rilassa quando siamo stressati, ci “carica” se vogliamo divertirci. La musica è un linguaggio universale e trasversale che aiuta la crescita e lo sviluppo intellettivo e sostiene il recupero in molte condizioni patologiche con la musicoterapia

La musica può fornire conforto, rilassamento, sensazioni forti. Originariamente il termine musica non indicava un’arte particolare, ma era all’origine di tutte, simboleggiate dalle Muse, le nove figlie di Zeus e Mnemosine. Le primissime forme di musica sono legate al ritmo: a imitazione del battito del cuore, delle mani, dei passi e del galoppo o alterando, per gioco e per noia, le fonazioni spontanee durante il lavoro. È probabile che i primi strumenti musicali siano stati a percussione e, presumibilmente, qualche variante di tamburo. 

Musica e linguaggio 

Sono entrambi sistemi di comunicazione: tra gli aspetti comuni, l’utilizzo del canale uditivo-vocale e della scrittura, la possibilità di produrre infiniti suoni/frasi, il possesso di una fonologia, una sintassi e una semantica. Gli effetti della musica attraversano i nostri pensieri, le emozioni e il corpo, fino ad arrivare al modo in cui ci rapportiamo con gli altri.

Quali sono gli effetti della musica?  

Secondo diversi studi, chi frequenta corsi di musica fin da bambino, sviluppa un Qi, capacità verbali e abilità visive superiori. Ma non solo: la musica ha una profonda azione, che tutti noi possiamo sperimentare, sulle emozioni. 9 persone su 10 sentono i brividi quando ascoltano i propri brani preferiti. Impegnarsi attivamente nell’ascolto di una melodia può amplificare il potere dell’esperienza emotiva vissuta. Le persone proiettano la connotazione emotiva della musica che stanno ascoltando sui volti delle altre persone. Anche il canto ha effetti empatici. Diverse ricerche hanno dimostrato che le persone trovano gratificante “sincronizzarsi”. Aumenta il senso di appartenenza al gruppo e può rendere le persone più vicine le une alle altre. Il tutto senza dimenticare i suoi effetti sull’umore.

Cuore e cervello

La musica ha dimostrato effetti positivi sulla frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e l’ansia nei pazienti con malattie cardiache. È anche molto efficace nella riabilitazione delle aree visive del cervello dei pazienti colpiti da ictus con neglect visivo. Il paziente perde la consapevolezza degli oggetti che si trovano sul lato opposto del campo visivo rispetto al danno cerebrale. Quando questi pazienti ascoltano la musica preferita, alcune funzioni dell’attenzione visiva risultano ripristinate. Non ultimi, gli effetti positivi del canto nella riabilitazione post-ictus.

La musicoterapia 

È una disciplina olistica che si avvale dei benefici dei suoni, del canto e della musica per intervenire in maniera educativa, riabilitativa e terapeutica. Le nostre reazioni nei confronti della musica sono anche la risultante di quanto abbiamo vissuto nel grembo materno. Spesso però, la condizione di malattia porta il soggetto a chiudersi rifiutando la comunicazione dei sentimenti con il mondo esterno. Il suono, a seconda delle tonalità e della velocità, influenza il cervello in maniera diversa e così le risposte dell’organismo. Vi sono specifici disturbi che possono essere affrontati con la musicoterapia, come la depressione, l’autismo, l’Alzheimer, le psicosi, la dislessia, ma anche l’anoressia e le disabilità motorie. Dalla musica possono trarre molti benefici anche gli anziani, le donne in dolce attesa e, naturalmente, i bambini. 

Chi la pratica

In Italia vige una distinzione tra musicoterapeuta e musicoterapista, dove il secondo è l’esecutore tecnico del programma di intervento stabilito dal primo. È quindi il musicoterapeuta la figura di riferimento, qualificato grazie a un periodo di formazione adeguato e in grado di stabilire quali tipi di pratiche mettere in atto, valutare i risultati ed eventualmente modificare la tipologia di intervento. L’organismo che rappresenta la musicoterapia a livello internazionale è la WMFT, World Federation of Music Therapy, istituita nel 1996.    

SOLLIEVO

Ascoltare una melodia può influenzare positivamente i valori della pressione e della frequenza cardiaca ma anche alleviare l’ansia

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