Pause, riflessi, postura: istruzioni per l’uso al tempo del digitale
La nostra vita è sempre più on line. Così la nostra vista deve confrontarsi sempre più spesso, e per molte ore consecutive, con la luce blu degli onnipresenti schermi della nostra vita. Smartphone, tablet, computer, console per videogiochi e, naturalmente, il “vecchio” televisore. Da qui la necessità di imporci qualche regola. L’inquinamento visivo, l’ambiente e la salute visiva sono il fulcro della nuova edizione della Giornata mondiale della vista. Si celebra il 10 ottobre, ma scandisce tutto il mese tra eventi e iniziative di informazione e prevenzione nelle principali città italiane.
Il primo consiglio elaborato dagli esperti dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità-IAPB Onlus in occasione della Giornata mondiale della vista, non piacerà a quanti, e sono la maggior parte, lo smartphone lo tengono accanto - acceso, naturalmente - anche quando dormono. L’indicazione è semplice: fare delle pause.
In un’epoca sempre più digitale, la vista è continuamente sollecitata dall’ambiente, dalla luce blu degli schermi dei tanti device di cui ci circondiamo e che scrutiamo spesso per ore di fila o comunque di continuo e a distanza ravvicinata, per cui con un affaticamento visivo maggiore. Indispensabile, allora, proteggere il senso che ci fornisce l’80% circa delle informazioni sul mondo che ci circonda.
Oltre alle pause - sul lavoro dovrebbero essere 15 minuti ogni due ore - sono molti gli aspetti che possono fare la differenza. Curare l’illuminazione, limitare i riflessi sullo schermo, evitare di leggere controluce, filtrare la luce blu. E poi mantenere una postura corretta e trascorrere del tempo all’aria aperta.
Attenzione anche a temperatura, umidità e a un’eventuale ventilazione anomala o errata. Poiché allo schermo si ammicca meno, potrebbero essere necessarie delle lacrime artificiali. E poi, naturalmente, evitiamo il fumo e proteggiamo gli occhi al sole impiegando occhiali scuri con filtri a norma di legge. Non ultime le visite: entro i primi tre anni di vita, ai passaggi dei cicli scolastici e quindi, da adulti, in base all’attività svolta e alle condizioni individuali. Di certo dopo i 40 anni una visita oculistica completa è sempre indicata e dopo i 65 gli incontri devono essere più frequenti.