Il delicato momento in cui una coppia progetta l’arrivo di un bimbo muove verso la consapevolezza che il nucleo sarà diverso ed è costellato da ansie, gioie, preoccupazioni, preparativi pratici e riorganizzazione della propria vita. La coppia si prospetta verso un mondo nuovo e deve immaginarsi concretamente efficace per far fronte a tutto il carico. Un bimbo è una gioia, ma bisogna considerare le difficoltà pratiche di gestione e le sue necessità, particolari e uniche. Senza dimenticare che possono anche presentarsi degli imprevisti lungo la gestazione e dopo il parto che potrebbero comportare il bisogno di maggiori attenzioni e cure. Il sostegno del gruppo preparto e del ginecologo sono fondamentali per calmare ansie e preoccupazioni circa l’essere adeguati o meno e il saper far fronte alle cure di un bebè. Il bambino appena arrivato sarà oggetto di attenzione per i primi anni della sua vita. I cambiamenti evolutivi del piccolo rendono focalizzati i genitori sull'osservazione del raggiungimento delle tappe evolutive che consentono di verificare man mano la salute e i progressi del bambino.
UN ANNO INCREDIBILE
In dodici mesi il neonato si prepara a conquistare il mondo grazie a uno straordinario sviluppo motorio, cerebrale e cognitivo. Nel corso del primo anno di vita la crescita cerebrale è notevolissima perché si formano centinaia di miliardi di connessioni tra le sinapsi, che sono la chiave dell’apprendimento e della memoria. Gli stessi genitori si rendono presto conto dell’unicità dei loro bambini in termini di temperamento, preferenze, modo in cui preferiscono essere trattati, modalità con le quali è possibile calmarli quando sono agitati o farli ridere. Prima dei tre
mesi i piccoli vedono meglio quando guardano le cose o i volti “con la coda dell’occhio” (visione periferica). Notano più facilmente i movimenti e i contrasti, ad esempio tra il chiaro e lo scuro. Poi, gradualmente, sviluppano la visione centrale e a partire dai tre mesi cominciano a guardarsi le mani e possono seguire un oggetto in movimento circolare. Dai quattro mesi la visione del bambino è più simile a quella dell’adulto. Durante questo periodo, il neonato comincia a integrare ciò che vede con quello che sente e gusta. I sorrisi sono già un patrimonio acquisito come il riconoscimento delle principali figure di accudimento, in primis della mamma. Da qui in poi sarà tutta un’escalation di conquiste, giorno dopo giorno, che condurranno in breve tempo il
piccolo a parlare e a camminare.
LE TABELLE DI SVILUPPO
È importante osservare quelle relative alle abilità specifiche per intervenire precocemente nel caso si sospetti un ritardo nello sviluppo ad esempio del linguaggio o motorio. I confronti tra
i bebè non sono più di tanto attendibili e non devono gettare nel panico perché ognuno ha i propri tempi di sviluppo, ma le visite dal pediatra e un’attenta osservazione dei progressi sono importanti. Se ad esempio si sa che dagli 8-10 mesi i bambini mostrano d’iniziare a comprendere le parole, rispondendo a ordini semplici come fare “ciao” con la mano o “mandare” un bacio, ci si regolerà di conseguenza.
L’AIUTO DEL PARTNER E DEI NONNI
La presenza di entrambi i genitori nella gestione del neonato è molto utile per la coppia perché si rinforzano i comportamenti di attenzione e cura nella reciprocità dei bisogni che rappresentano l’amore genitoriale per il nascituro. La neo mamma vive i primi giorni con intensità ed è concentrata sulla conoscenza della sua creatura. I suoi sensi sono orientati al neonato per comprenderne i movimenti e il pianto. Il sostegno e la presenza dei nonni o dei parenti sono importanti, ma bisogna concedersi un tempo definito e offrire delle possibilità di incontro con il bambino senza sentirsi sopraffatti da consigli di ogni genere e da comportamenti che potrebbero essere una minaccia al nuovo equilibrio che si sta creando nella coppia. L’invasione degli spazi e delle scelte o dei comportamenti della coppia in merito a come gestire il figlio è da evitare. I conflitti nella coppia dopo l’arrivo di un figlio possono risultare molto frequenti proprio perché ognuno dovrà far riferimento al proprio bagaglio di vissuti, ricordi ed esperienze che forniscono una base su come curarsi di un figlio e vanno discusse solo fra i genitori.