Il fattore umano, statistiche alla mano, è responsabile del 94,7% degli incidenti stradali. Fra le cause più comuni, telefonare o scrivere al cellulare e il mancato uso delle cinture di sicurezza, soprattutto di quelle posteriori. Da qui l’importanza della Psicologia del Traffico, che attinge dalle varie branche della materia per tutelare la salute pubblica nell’ambito della circolazione stradale e migliorare la qualità della mobilità studiando il comportamento degli utilizzatori della strada, i processi psicologici e le infrastrutture. La strada è un luogo in cui sono presenti molti rischi: grazie alle regole, che ci forniscono una serie di informazioni, possiamo attivare il sistema di percezione del rischio e focalizzare l’attenzione su quegli aspetti del comportamento altrui che condurranno a una corretta previsione.

Esistono situazioni imprevedibili dovute a fattori umani (l’attraversamento di un pedone) o ambientali (le condizioni atmosferiche) che possono limitare la nostra percezione. Comportamenti che possono apparire ininfluenti possono comportare gravi rischi per chi è sulla strada. Regole precise, omportamenti adeguati e conoscenza dei processi psicologici coinvolti, aiutano a salvaguardare la vita, nostra e degli altri. La Psicologia del Traffico è presente in diversi ambiti: comunicazione, formazione, Commissioni patenti, ricostruzioni di sinistri, progettazione di veicoli, riabilitazione. Può sensibilizzare i cittadini sugli incidenti, la percezione del rischio, la guida degli anziani, dei giovani patentati, la comunicazione verbale e non verbale nelle campagne di prevenzione. Importante il suo contributo nella formazione di persone, comunità e amministrazioni sugli strumenti che possono essere impiegati nelle scuole e autoscuole, nei corsi per il recupero dei punti e per modificare i comportamenti scorretti alla guida.
La psicologia delle emozioni è utilissima per insegnare a controllare stress, ansia, paura, rabbia, tristezza, euforia, che influenzano negativamente la guida. Gli studi cognitivi sono un valido strumento per comprendere i meccanismi che sottendono percezione, attenzione e memoria. Capire quante cose (non) si possono fare contemporaneamente mentre guidiamo, cosa sono i secondi di cecità visiva che accompagnano l’invio di un messaggio, come si modifica la percezione con l’abuso di alcol e stupefacenti sono temi cari alla Psicologia del Traffico.
Non ultima la neuropsicologia, disciplina indispensabile per la riabilitazione dopo gli incidenti stradali, la valutazione dell’idoneità alla guida degli anziani, nei conducenti professionisti, non professionisti recidivi alle violazioni. Perché una volta acceso il quadro, siamo responsabili della nostra vita ma anche di quella degli altri che sono con noi in macchina e nella strada.

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